TMS – LA STIMOLAZIONE MAGNETICA TRANSCRANICA IN PSICHIATRIA

La stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS) detta a volte più semplicemente TMS rappresenta una frontiera innovativa nel campo della psichiatria, offrendo nuove opzioni per il trattamento di vari disturbi psichiatrici. Utilizzando campi magnetici per influenzare l’attività neuronale, la TMS si distingue come un trattamento non invasivo e indolore che può modulare l’attività del cervello in modo mirato e preciso, a fini terapeutici.
Le applicazioni della TMS sono particolarmente promettenti nel trattamento di disturbi come i disturbi d’ansia, la depressione maggiore, il disturbo ossessivo-compulsivo e la dipendenza da sostanze. L’utilizzo della TMS nella psichiatria moderna offre quindi un nuovo orizzonte di trattamento, combinando avanzamenti tecnologici con un approccio centrato sul paziente. In questo articolo discuteremo dell’uso della TMS in psichiatria e delle evidenze scientifiche sul suo utilizzo clinico.
Sommario
- Che cos’è la rTMS
- Differenze tra TMS e rTMS
- Trattamento del Disturbo d’ansia generalizzato con TMS ripetitiva
- TMS Ripetitiva nel trattamento del Disturbo Ossessivo-Compulsivo
- TMS Ripetitiva nel trattamento del Depressione Maggiore
- TMS e Trattamenti per le Dipendenze
- Alcol e TMS
- Dipendenza da nicotina e TMS
- TMS e craving da Metanfetamine
- TMS e dipendenza da cocaina
- TMS e Psichiatria
- Bibliografia
- Autore
Che cos’è la rTMS
La stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS), a volte chiamata semplicemente TMS, è una tecnica di neuromodulazione che utilizza impulsi magnetici ripetuti per influenzare l’attività neuronale nel cervello. Questa tecnica non invasiva e indolore è basata sull’applicazione di campi magnetici attraverso una bobina posizionata sul cuoio capelluto del paziente.
Gli impulsi magnetici generati dalla bobina inducono correnti elettriche nel tessuto cerebrale sottostante, modulando l’attività delle cellule nervose in modo mirato e preciso, senza alcun rischio e con il paziente sveglio e vigile.
La TMS ripetitiva è utilizzata principalmente a fini terapeutici per trattare una varietà di disturbi psichiatrici. La frequenza degli impulsi magnetici può variare per ottenere effetti differenti: impulsi a bassa frequenza (≤1 Hz) tendono a inibire l’attività neuronale, mentre quelli ad alta frequenza (>5 Hz) tendono ad aumentarne l’eccitabilità.
Questa versatilità rende la rTMS uno strumento estremamente adattabile, permettendo ai clinici di personalizzare il trattamento in base alle specifiche esigenze del paziente.
Differenze tra TMS e rTMS
o i termini ‘TMS’ e ‘rTMS’ vengono utilizzati in modo intercambiabile; in contesti clinici, infatti, si tende ad utilizzare il termine ‘TMS’ anche se si sta facendo riferimento alla stimolazione magnetica ripetitiva (‘rTMS’).Ma volendo essere precisi, ciò che viene utilizzato in ambito clinico è la rTMS, che prevede un treno di impulsi a frequenza variabile, e non la TMS (senza la r iniziale) che prevede singoli impulsi ed è utilizzata in contesti diagnostici e di ricerca.
Nonostante questo, è possibile trovare i due termini in molti siti web e articoli divulgativi. In questo articolo cerchiamo però di descrivere le differenze tra queste due tecniche.
A cosa serve la TMS
strong> implica l’uso di un singolo impulso o di impulsi isolati per sondare l’eccitabilità del cervello e le connessioni neuronali. Questo tipo di stimolazione è spesso usato in contesti di ricerca e diagnostici per mappare le funzioni cerebrali e valutare l’integrità delle vie neurali.Per esempio, la TMS può essere impiegata per valutare l’integrità delle vie motorie in pazienti con malattie del motoneurone, sclerosi multipla, ictus, disturbi del movimento e altre condizioni neurologiche (Groppa et al., 2012).
A cosa serve la TMS ripetitiva
la rTMS utilizza una serie di impulsi magnetici ripetuti per modulare l’attività del cervello su periodi prolungati.Questo approccio è particolarmente utile per alterare l’attività neuronale in modo più duraturo, rendendo la rTMS, come già accennato precedentemente, una opzione efficace per il trattamento di disturbi psichiatrici come la depressione resistente ai farmaci (Slotema et al., 2010, Rostami et al., 2020), l’ansia (Bystritsky et al., 2008) e il disturbo ossessivo-compulsivo (Fitzsimmons et al., 2020).
Inoltre, la rTMS ha mostrato potenziale terapeutico nel trattamento delle dipendenze, migliorando i sintomi di astinenza e riducendo i comportamenti compulsivi associati all’abuso di sostanze (Lefaucheur et al., 2014).
TratTrattamento del Disturbo d’ansia generalizzato con TMS ripetitiva
//www.ospedalemarialuigia.it/disturbi-d-ansia/disturbo-ansia-generalizzata-dsm-5/">disturbo d’ansia generalizzata (GAD) è un campo di ricerca attivo, con studi recenti che esplorano l’efficacia della stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS) come trattamento innovativo.
Diversi studi hanno esaminato l’efficacia della rTMS per il GAD evidenziando una riduzione significativa dell’ansia, con risultati mantenuti fino a un follow-up a tre mesi (Diefenbach et al., 2016b). L’utilizzo della rTMS è risultato inoltre efficace nel miglioramento nella regolazione delle emozioni e nella qualità del sonno (Diefenbach et al., 2016a; Diefenbach et al., 2019; Huang et al. 2018).
Questi risultati suggeriscono che la rTMS possa avere un impatto positivo sul trattamento del disturbo d’ansia generalizzato, anche se l’eterogeneità degli obiettivi e delle frequenze di stimolazione usate nei diversi studi suggerisce la necessità di ulteriori ricerche per ottimizzare i protocolli di trattamento.
TMS RipetTMS Ripetitiva nel trattamento del Disturbo Ossessivo-Compulsivo
ca transcranica ripetitiva (rTMS) ha dimostrato di essere una terapia promettente per il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), con una ricerca crescente che supporta il suo uso sia con stimolazioni sia a bassa frequenza che ad alta frequenza.
Studi hanno evidenziato che l’rTMS a 1 Hz (bassa frequenza) migliora significativamente i sintomi specifici del DOC e l’ansia generale (Elbeh et al., 2016; Seo et al., 2016). Tuttavia, altri studi non hanno osservato cambiamenti significativi, suggerendo una risposta variabile tra i pazienti al trattamento con TMS (Alonso et al., 2001).
Altri studi ancora hanno evidenziato che la rTMS ad alte frequenze sembra offrire benefici particolari nei pazienti con disturbo ossessivo compulsivo, con miglioramenti significativi in pazienti trattati rispetto a quelli in condizione sham (analogo del placebo, ndr) (Carmi et al., 2018).
L’approvazione della FDA del 2018 per l’uso della TMS nel trattamento dell’OCD ha segnagto sicuramente un punto di svolta, sottolineando la crescente accettazione e le potenzialità di questa tecnologia come trattamento alternativo o complementare alle terapie tradizionali.
TMS RipetiTMS Ripetitiva nel trattamento del Depressione Maggiore
a transcranica ripetitiva (rTMS) è utilizzata in pazienti con depressione maggiore, in particolare ma non solo a coloro che rispondono in modo adeguato ai trattamenti tradizionali, come farmaci antidepressivi e psicoterapia.
La depressione resistente ai trattamenti rappresenta infatti una sfida clinica importante con un significativo gruppo di pazienti che rimane resistente anche a più trattamenti farmacologici (Fagiolini e Kupfer, 2003).
Meccanismo dMeccanismo d’Azione
pressione agisce stimolando specifiche aree del cervello legate alla regolazione dell’umore e del comportamento. Nella depressione, le principali aree target sono la corteccia prefrontale dorsolaterale sinistra (DLPFC), associata a processi cognitivi e al controllo delle emozioni, e la corteccia prefrontale dorsolaterale destra, che si ritiene possa essere iperattiva in alcuni casi di depressione.
Studi suggeriscono infatti che la depressione sia caratterizzata da un ipofunzionamento della DLPFC sinistra e da un iperfunzionamento della DLPFC destra.
Trattamento Trattamento della depressione con rTMS
transcranica ripetitiva per la depressione maggiore segue quindi due principali approcci terapeutici.
- Uno è l’applicazione di rTMS ad alta frequenza sulla DLPFC sinistra per correggere l’ipoattivazione cerebrale osservata in questa regione nei pazienti depressi.
- L’altro è l’applicazione di rTMS a bassa frequenza sulla DLPFC destra per ridurre l’attività iperattiva di quest’area, che è spesso associata a sintomi depressivi (De Raedt et al., 2015).
Efficacia Clinica e Linee Guida
La stimolazione della DLPFC di sinistra è supportata da un elevato livello di prove cliniche ed è stata approvata dalla FDA statunitense nel 2008 per il trattamento della depressione resistente ai farmaci, in seguito ai risultati promettenti ottenuti da studi multicentrici su larga scala (O’Reardon et al., 2007; George et al., 2010).
Gli studi indicano che il trattamento di 4-6 settimane può portare a una riduzione significativa dei sintomi depressivi, con tassi di remissione intorno al 30-50% (Blumberger et al., 2016).
D’altro canto, la stimolazione della DLPFC destra, pur avendo dimostrato efficacia antidepressiva, ha un livello di evidenza inferiore. Sebbene alcuni studi abbiano mostrato che questa tecnica è ben tollerata e può essere efficace in pazienti con depressione resistente, la sua efficacia è stata meno consistente rispetto alla stimolazione ad alte frequenze della prefrontale di sinistra (Lefaucheur et al., 2014).
Protocollo Bilaterale<Protocollo Bilaterale
e che ha guadagnato attenzione negli ultimi anni è l’uso di un protocollo di stimolazione bilaterale, che combina le basse frequenze di stimolazione sulla DLPFC destra e alte frequenze sulla DLPFC sinistra nello stesso paziente. Tuttavia, i risultati degli studi su questo approccio sono stati contrastanti.
Solo uno studio di classe I ha dimostrato che la stimolazione bilaterale produceva effetti antidepressivi significativamente superiori rispetto alla stimolazione unilaterale (Blumberger et al., 2016). La maggior parte delle ricerche non ha evidenziato una differenza clinica significativa tra stimolazione bilaterale e unilaterale, e quindi questa tecnica non è ancora largamente raccomandata (Lefaucheur et al., 2020).
TMS e Trattamenti per leTMS e Trattamenti per le Dipendenze
ia della stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS) nel trattamento delle dipendenze, evidenziando come questa tecnica non invasiva possa avere effetti positivi su vari tipi di dipendenze, incluse quelle da alcol, nicotina, metanfetamine e cocaina.
La rTMS si rivela come una strategia terapeutica promettente per la sua capacità di modulare l’attività delle aree cerebrali coinvolte nel craving e nel controllo degli impulsi, in particolare agendo sulla corteccia prefrontale dorsolaterale (DLPFC), una regione associata al controllo cognitivo e alla regolazione delle emozioni.
Alcol e TMS
La
Alcol e TMS
gia.it/dipendenze-patologiche/alcolismo-cause-sintomi-danni/">dipendenza da alcol rappresenta un’area di interesse per la rTMS. Alcuni studi hanno esplorato l’uso della stimolazione ad alta frequenza (HF-rTMS) sulla DLPFC sinistra e destra per ridurre il craving alcolico. Jansen et al. (2015) hanno suggerito infatti che la stimolazione a bassa frequenza della DLPFC destra potrebbe migliorare il controllo cognitivo e facilitare l’astinenza.In uno studio (Mishra et al., 2015) è stata evidenziata una riduzione significativa del craving alcolico in pazienti trattati con 10 sessioni di TMS a 10 Hz (ad alta frequenza), evidenziando però che non vi erano differenze significative tra la stimolazione della DLPFC destra e sinistra.
Dipendenza da nicotina e TMSDipendenza da nicotina e TMS
tro campo in cui la rTMS ha mostrato risultati promettenti. Studi hanno evidenziato effetti positivi della TMS ad alte frequenze sulla corteccia prefrontale dorsolaterale di sinistra nella riduzione del craving da sigarette. (Eichammer et al., 2003; Amiaz et al., 2009)
In uno studio più recente, Sheffer et al. (2018) hanno mostrato che la stimolazione della DLPFC destra in un gruppo di fumatori, combinata con un programma di cessazione dal fumo, ha migliorato i tassi di astinenza rispetto al gruppo di controllo placebo.
Un altro studio di Dinur-Klein et al. (2014) ha dimostrato che l’uso di una bobina H4, in grado di stimolare simultaneamente entrambe le cortecce prefrontali, ha ridotto significativamente il consumo di sigarette.
TMS e craving da MetanfetaminTMS e craving da Metanfetamine
tamine, Su et al. (2017) ha dimostrato che 5 sessioni di TMS ad alte frequenze sulla DLPFC sinistra possono ridurre significativamente il craving e migliorare le capacità cognitive.
Successivamente, uno studio di Liu et al. (2019) ha riportato che 20 sessioni di stimolazione a 10 Hz (ad alte frequenze), distribuite su 4 settimane, hanno prodotto benefici duraturi, migliorando i risultati dei programmi di riabilitazione tradizionali.
TMS e dipendenza da cocainaTMS e dipendenza da cocaina
ttamento della dipendenza da cocaina con risultati incoraggianti. Ad esempio, uno studio (Terraneo et al., 2016) ha utilizzato la stimolazione a 10 Hz sulla corteccia prefrontale dorsolaterale sinistra (DLPFC), mostrando un effetto positivo nella riduzione del consumo di cocaina rispetto ai trattamenti farmacologici tradizionali.In un altro studio (Rapinesi et al., 2016) hanno somministrato 3 sessioni settimanali di HF-rTMS a pazienti con dipendenza da cocaina, riscontrando una diminuzione prolungata del craving, dimostrando così la potenziale efficacia della stimolazione ripetitiva nel mantenere una riduzione dell’uso di cocaina nel lungo termine.
Questi risultati sottolineano il potenziale della rTMS come strumento di supporto nelle terapie di disintossicazione e riabilitazione.
TMS e Psichiatria
La
TMS e Psichiatria
tiva rappresenta quindi una promettente innovazione nel trattamento di diversi disturbi psichiatrici.Le evidenze scientifiche supportano l’efficacia della rTMS in condizioni come la depressione maggiore resistente, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo d’ansia generalizzato e le dipendenze da sostanze.
Sebbene siano necessari ulteriori studi per ottimizzare i protocolli di trattamento e consolidare le evidenze, la rTMS offre un nuovo orizzonte terapeutico che combina avanzamenti tecnologici con un approccio centrato sul paziente.
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