rTMS E DISTURBI ALIMENTARI

Nel panorama attuale delle terapie per i disturbi alimentari, una delle aree più innovative è quella della stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS). In questo articolo, esploreremo lo stato dell’arte rispetto all’utilizzo della rTMS come strategia terapeutica per il trattamento di disturbi alimentari come l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (BED). La rTMS, un approccio non invasivo che utilizza campi magnetici per stimolare specifiche aree del cervello, sta guadagnando terreno nella ricerca clinica per la sua capacità di influenzare positivamente i circuiti neurali alterati nei disturbi alimentari.

La Stimolazione Magnetica Transcranica Ripetitiva (rTMS)

La Stimolazione Magnetica Transcranica Ripetitiva (rTMS) è una tecnica non invasiva che utilizza impulsi magnetici per modulare l’attività elettrica del cervello. Questo approccio terapeutico sfrutta i principi elettromagnetici per stimolare specifiche regioni cerebrali, influenzando così i circuiti neurali coinvolti in una varietà di condizioni psichiatriche.

Originariamente sviluppata negli anni ’80, la rTMS ha guadagnato una crescente attenzione nella comunità scientifica per il suo potenziale nel trattamento di disturbi come la depressione maggiore, i disturbi d’ansia e, più recentemente, i disturbi alimentari.

Una delle caratteristiche distintive della rTMS è la sua capacità di mirare a regioni cerebrali specifiche con un’elevata precisione, permettendo ai ricercatori e ai clinici di modulare l’attività in aree del cervello che sono conosciute per essere coinvolte in particolari condizioni.

Ad esempio, nella depressione, la rTMS viene spesso applicata alla corteccia prefrontale dorsolaterale, un’area associata alla regolazione dell’umore e del pensiero.

La Stimolazione magnetica transcranica ripetitiva nei disturbi alimentari

Nel contesto del trattamento dei disturbi alimentari mediante la Stimolazione Magnetica Transcranica Ripetitiva (rTMS), la scelta del sito di stimolazione cerebrale è cruciale.

Ad oggi la ricerca sull’utilizzo della rTMS su pazienti con disturbi alimentari è ancora agli inizi e, la maggior parte degli studi ha indirizzato la loro attenzione verso la corteccia prefrontale dorsolaterale sinistra (DLPFC), utilizzando una modulazione eccitatoria.

Tuttavia, esiste un crescente interesse nell’esplorazione di altri obiettivi neuroanatomici, e nel caso dei disturbi alimentari diversi potrebbero essere i siti su cui agire.

rTMS e corteccia prefrontale dorsomediale

La corteccia prefrontale dorsomediale (DMPFC) potrebbe essere un target di intervento per i disturbi alimentari data la sua rilevanza nel modulare il controllo di sé. Quest’area del cervello è intimamente coinvolta in funzioni esecutive di alto livello, quali l’auto-regolazione dei movimenti, la gestione di comportamenti compulsivi (deficitaria ad esempio in soggetti con gioco d’azzardo patologici) nonché nel modulare le risposte emotive e nella regolazione degli impulsi.

Alcuni autori suggeriscono che la stimolazione del DMPFC possa ridurre l’impulso ad abbuffarsi, migliorando quindi i sintomi di binge eating. Alcuni studiosi, infatti, che hanno utilizzato una stimolazione a 10 Hz (Dunlop et al., 2015) su queste aree, hanno riscontrato buoni effetti terapeutici, in particolare in pazienti affetti da bulimia nervosa e da disturbo da alimentazione incontrollata (BED).

rTMS e corteccia orbitofrontale

Un altro sito di intervento potrebbe essere la corteccia orbitofrontale (OFC) che costruisce dei circuiti con i gangli della base. Questi circuiti giocano ruoli chiave in comportamenti umani complessi, come la valutazione di una situazione ambientale, la regolazione affettiva e il decision making. Tutti aspetti che risultano problematici in coloro che soffrono di disturbi alimentari (Steward et al., 2018)

La buona risposta alla rTMS inibitoria (1 Hz) sulla corteccia orbitofrontale in pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo, (che condividono alcune caratteristiche anche neuroanatomiche e connessionali con i disturbi alimentari; Ruffini et al., 2009), suggerisce come anche questa possa essere un’area di interesse per il trattamento nei disturbi alimentari con la rTMS.

rTMS e altri possibili siti di intervento

Infine, altri target sono stati esplorati in pazienti con dipendenze con risultati promettenti, in particolare la stimolazione ad alta frequenza del giro frontale superiore (Rose et al., 2011) e l’inibizione della corteccia prefrontale mediale in pazienti con disturbo da uso di cocaina (Hanlon et al., 2015).

Il trattamento di queste aree, che hanno portato ad una riduzione del craving in pazienti con dipendenza, potrebbero costituire target interessanti nei disturbi bulimici. Ma ancora la ricerca deve fare luce sui possibili effetti terapeutici della rTMS in queste aree.

rTMS nell’Anoressia Nervosa

Scendendo nello specifico, non ci sono ancora molti studi che hanno indagato in modo specifico l’utilizzo della rTMS sull’anoressia nervosa e i risultati sono in parte contrastanti. La ricerca in questo campo si sta concentrando sul potenziale terapeutico della rTMS ad alta frequenza mirata alla corteccia prefrontale dorsolaterale sinistra (DLPFC).

Uno studio condotto da Dalton et al. ha esplorato l’effetto della rTMS in combinazione con l’uso di farmaci antidepressivi in pazienti con anoressia severa e resistente. I risultati hanno mostrato che i partecipanti che ricevevano antidepressivi durante il trattamento con rTMS avevano una riduzione più significativa dei sintomi dei disturbi alimentari al follow-up di 4 mesi, rispetto a quelli che non assumevano antidepressivi (Dalton et al., 2021).

Altri studi hanno riportato miglioramenti nella sintomatologia alimentare e nell’umore in pazienti con anoressia nervosa resistente al trattamento dopo un trattamento prolungato di  rTMS. (McClelland et al., 2013).

rTMS e Anoressia Nervosa: una Meta-Analisi

Una recente meta-analisi ha incluso 15 studi indipendenti per esaminare gli effetti clinici della rTMS in diversi disturbi alimentari e obesità. Questa analisi ha rivelato che la rTMS non mostrava particolari miglioramenti in pazienti con anoressia nervosa, soprattutto per quel che riguarda i sintomi alimentari (Cavicchioli et al., 2022).

Gli studi sono però ancora pochi e trarre conclusioni definitive è prematuro. Sono infatti necessari ulteriori studi, probabilmente su aree e con frequenze di stimolazione diverse, per valutare l’effettiva efficacia della rTMS nell’anoressia nervosa.

Ciò che però sembra emergere in modo chiaro è che, in ogni caso, l’utilizzo della rTMS deve essere inserita all’interno di un percorso di trattamento integrato, e che vada vista come un possibile trattamento aggiuntivo alle terapie standard.

rTMS e Bulimia Nervosa

La rTMS è stata utilizzata anche su pazienti affette da bulimia nervosa. Anche in questo caso la maggioranza degli studi ha applicato la Stimolazione Magnetica Transcranica Ripetitiva ad alta frequenza alla corteccia prefrontale dorsolaterale sinistra.

Studi come quelli di McClelland et al. e altri mostrato risultati preliminari incoraggianti. Questi studi hanno mostrato che la rTMS potrebbe avere effetti benefici sui pazienti con bulimia nervosa, in particolare nel ridurre l’impulsività tipica degli episodi di abbuffata e di vomito-autoindotto. (Gallop et al., 2022; McClelland et al., 2013)​​.

rTMS e Binge Eating Disorder

Il disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder, BED) è un altro ambito in cui la rTMS sta mostrando potenzialità terapeutiche. La ricerca in questo campo si è concentrata sull’uso della rTMS per modulare le aree del cervello associate alla regolazione degli impulsi e alla gratificazione, che sono spesso alterate nel BED.

Uno studio di Baczynski et al. ha esaminato l’effetto della rTMS ad alta frequenza su un caso singolo di un disturbo da alimentazione controllata, documentando una riduzione significativa degli episodi di abbuffata e una diminuzione della depressione (Baczynski et al., 2014).

Una recente revisione sistematica ha inoltre confermato il significativo impatto della rTMS nel trattamento dell’obesità e del disturbo da alimentazione incontrollata: i risultati indicano non solo un miglioramento marcato nella gestione dei sintomi legati all’alimentazione, ma anche una riduzione dei sintomi depressivi e un calo dell’indice di massa corporea (BMI). Questi dati sottolineano quindi il potenziale della rTMS come strumento terapeutico per affrontare le problmatiche psicopatologiche del BED.

Potenziale e prospettive della rTMS nei disturbi alimentari

Gli studi finora condotti sull’utilizzo della rTMS nei disturbi alimentari hanno mostrato che, in particolare per il trattamento dell’obesità e del BED, la rTMS ha effetti positivi e promettenti, riducendo significativamente sia i sintomi psicopatologici legati all’alimentazione, il tono dell’umore e anche il BMI.

Questi risultati incoraggianti aprono la strada a un uso più ampio della rTMS in contesti clinici, supportando la necessità di ulteriori ricerche per ottimizzare i protocolli di trattamento e per una migliore comprensione dei meccanismi sottostanti.

Tuttavia, nel caso dell’anoressia nervosa e della bulimia nervosa, i dati attuali sono meno chiari. Sebbene alcuni studi abbiano documentato miglioramenti nella sintomatologia, la ricerca non ha ancora definito chiaramente l’efficacia della rTMS né i parametri ottimali di stimolazione per questi disturbi.

Futuri orizzonti di ricerca e intervento

Guardando al futuro, è cruciale l’avanzamento degli studi sulla rTMS per delineare protocolli di trattamento più specifici ed efficaci. La ricerca dovrà concentrarsi sulla personalizzazione del trattamento in base alle caratteristiche individuali del paziente, come la storia clinica e le specificità neurobiologiche.

In parallelo, l’investigazione sui meccanismi d’azione della rTMS potrebbe rivelare nuovi bersagli terapeutici e potenziare l’efficacia del trattamento attraverso l’integrazione con altre forme di intervento, come la terapia cognitivo-comportamentale, una corretta presa in carico psichiatrica e interventi nutrizionali mirati.

References

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