I DISTURBI DELLA MEMORIA

I disturbi della memoria. In questa puntata di Mindset il medico psichiatra dell’Ospedale Maria Luigia, Stefano Fontana, ci racconta i disturbi della memoria e la loro relazione con la patologia psichiatrica e non solo. Un breve racconto dei diversi problemi relativi alla memoria, dai piccoli lapsus alle forme di amnesia più gravi e patologiche.

 

 

Piccoli problemi di memoria

E’ normale, nella vita di tutti quanti, avere momenti in cui “perdiamo pezzi di memoria”, ma questi non sono disturbi della memoria. Sarà capitato a chiunque di trovarsi davanti ad un bancomat e non ricordare la password oppure incontrare qualcuno per strada e non ricordare il nome. Sono piccole dimenticanze, frutto più che altro dell’incredibile mole di informazioni che la mente deve elaborare e della quantità di pensieri che affollano quotidianamente la nostra coscienza.

Tante volte infatti ricostruire quel percorso mnesico che ci porta a ricordare il numero del bancomat o il nome di quella persona che non vediamo da un po’ di tempo diventa difficile perchè quel “file” salvato in memoria è un po’ più distante e la nostra mente fa più fatica a recuperarlo. Ma questo è normale per tutti quanti. Non è patologico.

I disturbi della memoria

Parliamo invece di disturbi della memoria, quindi di dimenticanze che hanno a che fare con il patologico, quando queste dimenticanze sono più gravi per quantità e qualità del ricordo perduto. Ad esempio a seguito di traumi contusivi, penso ad esempio al trauma cerebrale, possiamo avere un’amnesia lacunare. L’amnesia lacunare è la perdita della memoria per un arco temporale significativo ma ristretto (ad es. ore o al massimo giorni) in cui il paziente non ricorda quello che gli è successo.

Altre aree in cui i disturbi della memoria sono pesanti e durano nel tempo sono nelle forme di demenza. Dove abbiamo un graduale e progressivo deterioramento cognitivo e il paziente perde gradualmente la capacità di ricordare non solo fatti passati, ma anche molto recenti, fino a perdere la consapevolezza di sé e delle persone che ha attorno. Nei casi di demenza inoltre i disturbi della memoria si accompagnano ad altri sintomi come il disorientamento spazio-temporale e, in questi casi, abbiamo immediatamente la percezione di una gravità molto maggiore rispetto alla semplice distrazione.

Stato confusionale

Capita di sentire sui media storie di persone scomparse che vengono ritrovate dopo giorni in “stato confusionale”. Lo “stato confusionale” che porta le persone a vivere in una sorta di realtà parallela, sono interconnesse con i disturbi della memoria. La memoria non è altro, insieme ad altri, che quello che ti tiene connesso con la tua storia. Nel momento in cui viene abolita…tutto è possibile.

Nei casi riportati dalla cronaca è difficile indagare. Perchè le cause possono essere diverse. Io ricordo un caso, che è accaduto in provincia di Parma, di un soggetto che aveva vagabondato per lungo tempo lontano da casa. Viveva in una zona boschiva, vagabondava nei boschi e ogni tanto si avvicinava alle case per mangiare quello che trovava. Quando ritrovarono questa persona non è che avesse perso completamente i ricordi. Diciamo che aveva perso la volontà e la capacità decisionale di tornare a casa.

Ansia, depressione e disturbi della memoria

Anche disturbi molto comuni come ansia e depressione possono produrre disturbi della memoria. Infatti lo stato affettivo abnorme che si vive durante l’ansia e la depressione può impedire la fissazione dei ricordi. In pratica si produce un disturbo dell’attenzione e della concentrazione, che impedisce al ricordo di fissarsi. Molto banalmente, se noi ascoltiamo una cosa ma stiamo pensando a tutt’altro, sarà ben difficile che quella cosa la ricorderemo.

La memoria infatti si differenzia in due processi o step differenti. La memoria a breve termine (o di fissazione) e quella a lungo termine (o di rievocazione). Se c’è un problema tra questi due processi noi non ricordiamo, perchè quell’informazione non ha avuto modo di passare nella memoria a lungo termine.

La memoria può essere allenata

Le memotecniche esistono da sempre. Gli antichi romani dicevano che la memoria è una qualità innata, però può essere allenata e mantenuta attiva. Ma questo vale per tutte le funzioni cognitive. Qualsiasi funzione cognitiva, se la si tiene allenata, si mantiene più fresca e attiva. Fare la settimana enigmistica ad esempio aiuta la mente ad aumentare le sue distrazioni e quindi a mantenersi più fresca. Dobbiamo fare divertire il nostro cervello ma lasciarlo anche lavorare da solo senza cercare di addomesticarlo troppo.

dott. Stefano Fontana – medico psichiatra

 

Autore

dott. Paolo Artoni: Paolo Artoni è Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica presso l'Ospedale Maria Luigia