I DISTURBI DI PERSONALITA’
I disturbi di personalità costituiscono un gruppo eterogeneo di disturbi psichici dalle caratteristiche anche molto diverse tra loro, codificati all’interno del DSM-5, il Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali. Un disturbo di personalità è definito come un pattern di risposte emotive, cognitive e comportamentali che deviano rispetto alle aspettative (per età, genere e cultura) e che sono causa di grande disagio in chi se ne soffre. Chi soffre di disturbi di personalità manifesta in genere difficoltà nella sfera sociale, affettiva e lavorativa, andando così incontro a problematiche in diverse aree di vita.
Sommario
- Introduzione
- Cos’è un disturbo di personalità
- Sintomi di un disturbo di personalità
- Disturbi di personalità e comorbidità
- Disturbi di personalità e DSM-5
- Disturbi di personalità di Cluster A
- Disturbo paranoide di personalità
- Disturbo schizoide di personalità
- Disturbo schizotipico di personalità
- Disturbi di personalità di Cluster B
- Disturbo borderline di personalità
- Agiti autolesivi
- Disturbo narcisistico di personalità
- Disturbo istrionico di personalità
- Disturbo antisociale
- Disturbi di personalità di Cluster B
- Disturbo di personalità evitante
- Disturbo dipendente di personalità
- Disturbo di personalità ossessivo compulsivo
- Diagnosi di disturbo di personalità
- Test diagnostici per disturbi di personalità
- Cura dei disturbi di personalità
- Bibliografia
Introduzione
La personalità è definita come un pattern di comportamenti che consentono all’individuo di interagire e comprendere il mondo che abita e che lo circonda (Nestadt G et al., 1990).
I disturbi di personalità elencati nel DSM-5 (APA, 2013) sono dieci e si presentano con frequenza variabile nella popolazione generale. Sono caratterizzati da tratti di personalità, definiti come pattern cognitivi, percettivi e relazionali tendenzialmente stabili nel tempo che tendono ad irrigidirsi e a enfatizzarsi. Quando il tratto di personalità, di per sé non patologico, diventa rigido, intenso e disadattivo allora si parla di disturbo di personalità.
Cos’è un disturbo di personalità
Il DSM-5 dà la seguente definizione di disturbo di personalità
“Un disturbo di personalità è un pattern permanente di esperienze interne (pensieri, sentimenti ed emozioni) e comportamenti che sono marcatamente differenti da quelli definiti dalla propria cultura, è pervasivo e inflessibile, ed emerge in adolescenza o nella prima età adulta. E’ stabile nel tempo e conduce a sofferenza o disabilità.”
I disturbi di personalità manifestano in genere difficoltà in almeno due delle quattro aree qui elencate:
- sfera cognitiva (pensieri, credenze, valutazioni)
- affettività (emozioni e umore)
- relazioni interpersonali
- controllo degli impulsi
Sintomi di un disturbo di personalità
Chi soffre di un disturbo di personalità trova difficoltà in diversi ambiti della vita: dall’ambito lavorativo a quello amicale, passando alle relazioni intime fino alla relazione con se stessi. Può manifestare croniche difficoltà a mantenere una relazione stabile e a controllare gli impulsi. Le emozioni sono in genere percepite come eccessivamente intense e incontrollabili (Millon., 2016).
Nei soggetti con disturbo di personalità più grave il livello di autonomia può essere significativamente deficitario, rendendo necessarie forme di assistenza (come pensioni di invalidità, ricoveri in comunità etc.) in quanto questi soggetti possono non essere in grado di gestirsi autonomamente.
Disturbi di personalità e comorbidità
I disturbi di personalità spesso si presentano in comorbidità con altri disturbi psichiatrici (Tyrer et al., 2015). In questi casi la diagnosi differenziale diventa fondamentale per il percorso di cura, che prevede in genere la prescrizione di una corretta terapia farmacologica e psicoterapica. I più frequenti disturbi psichiatrici in comorbilità con i disturbi di personalità sono:
- disturbi d’ansia
- disturbi dell’umore
- disturbi del comportamento alimentare
- abuso di sostanze, alcol e farmaci
- gioco d’azzardo patologico
Disturbi di personalità e DSM-5
I disturbi di personalità sono descritti nel DSM-5 in due sezioni differenti. Nella sezione II del manuale sono elencati i disturbi già presenti nella precedente edizione del manuale (il DSM-IV-TR), con aggiornamenti e integrazioni. Nella sezione III invece sono descritti i disturbi di personalità secondo una modalità dimensionale e non più categoriale. In questo articolo ci limiteremo alla descrizione presente nella sezione II del DSM-5.
I disturbi di personalità presenti nella sezione II sono:
- Disturbo paranoide di personalità
- Disturbo schizoide di personalità
- Disturbo schizotipico di personalità
- Disturbo antisociale di personalità
- Disturbo borderline di personalità
- Disturbo istrionico di personalità
- Disturbo narcisistico di personalità
- Disturbo evitante di personalità
- Disturbo dipendente di personalità
- Disturbo di personalità ossessivo-compulsivo
I disturbi di personalità sono inoltre raggruppati in Cluster A, B e C. Questi disturbi possono presentarsi con intensità molto diverse, determinando così il livello di gravità del disturbo. Non è inoltre infrequente osservare la presenza di più di un disturbo di personalità nello stesso soggetto.
Fonte: DSM-5. Diagnostic and statistic manual of mental disorders (APA, 2013)
Disturbi di personalità di Cluster A
Il cluster A raccoglie i disturbi di personalità paranoide, schizoide e schizotipico. La caratteristica comune dei disturbi di cluster A è il comportamento strano, bizzarro od eccentrico. I sintomi tipici di questo cluster mostrano qualche similarità con i sintomi della schizofrenia in particolare nelle sue fasi prodromiche (iniziali) e residuali.
Disturbo paranoide di personalità
Il disturbo di personalità paranoide è un disturbo caratterizzato da alta sospettosità e sfiducia verso gli altri. Chi soffre di disturbo paranoide di personalità si aspetta che le altre persone lo maltrattino o lo sfruttino. Tendono a serbare rancore per molto tempo e faticano ad aprirsi agli altri.
Vivono con il costante timore che le altre persone stiano tramando contro di loro e appaiono spesso sospettosi. Sono eccessivamente preoccupati della lealtà delle persone che stanno loro accanto, monitorandoli ossessivamente alla ricerca di eventuali intenzioni ostili. Spesso faticano a fidarsi degli altri perché hanno sempre la sensazione che le loro fragilità possano essere sfruttate contro di loro (Triebwasser., 2013) .
Disturbo schizoide di personalità
Altro disturbo di personalità di Cluster A è il disturbo schizoide di personalità. L’elemento caratteristico di questa tipologia di pazienti è lo scarso interesse verso le relazioni sociali e il ristretto range di espressione delle emozioni. Chi soffre di questo disturbo sembra mostrare disinteresse verso forme di intimità con altre persone, non è interessato a stringere relazioni profonde, e sembra non particolarmente compiaciuto dal far parte di contesti sociali (ad es. la famiglia, la classe, la squadra sportiva).
Risultano spesso interessati a compiti astratti come giocare al computer o risolvere problemi matematici, prediligono attività da svolgere in solitudine rispetto che in compagnia. Riferiscono infatti di provare scarso piacere e interesse nello svolgere attività sociali, come andare ad una festa, fare una passeggiata con qualcuno, fare sesso etc. (Triebwasser., 2012) .
Disturbo schizotipico di personalità
Ultimo disturbo del cluster A è il disturbo di personalità schizotipico. L’aspetto caratterizzante di questo disturbo è la presenza di idee e comportamenti eccentrici uniti ad una mancanza di abilità sociali, simile al disturbo schizoide, con un però minor disinteresse verso le relazioni e maggiore sofferenza sperimentata in contesti sociali. Le difficoltà relazionali li rendono spesso persone sole, con poche relazioni significative, spesso legate solamente a familiari stretti.
Inoltre i soggetti con personalità schizotipica manifestano sintomi bizzarri tipici delle fasi prodromiche della schizofrenia come pensiero magico e superstizioni. Possono pensare di avere particolari abilità o poteri speciali, oppure mostrare ideazioni paranoidi. All’apparenza si presentano bizzarri, possono parlare da soli o vestirsi in modo trasandato e poco curato; sono inclini alla sospettosità e in genere il loro mondo affettivo è povero e appiattito (Sher., 2021).
Disturbi di personalità di Cluster B
I disturbi di personalità di cluster B comprendono il disturbo narcisistico di personalità, il disturbo borderline di personalità, il disturbo istrionico di personalità e il disturbo antisociale. Questi quattro disturbi vengono inseriti all’interno di unico cluster perché condividono comportamenti esasperati e drammatici, con scarsa regolazione emotiva ed impulsività.
Disturbo borderline di personalità
Il disturbo borderline di personalità è caratterizzato da pattern pervasivi di instabilità nelle relazioni interpersonali, nell’immagine di sé, negli affetti e da marcata impulsività. Il disturbo emerge durante la prima età adulta anche se sono presenti segnali di disregolazione emotiva già nella prima adolescenza. Chi soffre di disturbo borderline di personalità è costantemente impegnato ad evitare possibili o immaginari abbandoni da parte di altre persone. Questo lo porta a sperimentare frequentemente intensa paura o rabbia, emozioni che fatica a controllare.
Chi soffre di disturbo borderline di personalità inoltre vive in modo intenso e instabile le relazioni, passando da momenti di idealizzazione a momenti di svalutazione dell’altro (Gunderson et al., 2018).
Agiti autolesivi
Frequenti in questa tipologia di pazienti sono gli agiti auto-lesivi (ad es. tagli sulle braccia). Questi agiti possono avere diverse funzioni:
– per attirare l’attenzione e non avvertire il profondo senso di solitudine,
– come forma di auto-punizione,
– come strategia di regolazione emotiva. In alcuni casi infatti il dolore autoinflitto viene utilizzato per gestire in modo disfunzionale emozioni ritenute soverchianti ed eccessivamente intense.
Per maggiori informazioni sul disturbo borderline di personalità è possibile leggere questo articolo: Disturbo borderline di personalità. Diagnosi, sintomi e cura.
Disturbo narcisistico di personalità
Il disturbo narcisistico di personalità è caratterizzato da pattern pervasivi di grandiosità, bisogno di ammirazione e mancanza di empatia. In genere il disturbo si manifesta nella prima età adulta e ha un andamento cronico. Chi soffre di disturbo narcisistico di personalità mostra un senso grandioso di sé, tende a sovrastimare le proprie abilità, e pretende che anche gli altri gli riconoscano particolari meriti o privilegi.
Chi soffre di disturbo narcisistico di personalità è spesso preda di fantasie di potere, di successo illimitato, di bellezza e amore ideale. Si aspetta quindi, a fronte di queste qualità, di ricevere trattamenti speciali da parte degli altri e continue ammirazioni. Chi soffre di questo disturbo presenta deficit di empatia e fatica a riconoscere i bisogni e i sentimenti altrui.
E’ difficile che un paziente con disturbo narcisistico di personalità ricerchi spontaneamente un aiuto professionale da parte di un medico per il suo problema di personalità. Molto più spesso può accadere che siano altri disturbi in comorbilità (come disturbi d’ansia, disturbi dell’umore o abuso di sostanze) a portarlo a richiedere un aiuto professionale (Caligor et al., 2015).
Per maggiori informazioni sul disturbo narcisistico di personalità è possibile leggere questo articolo: Disturbo narcisistico di personalità. Diagnosi, sintomi e cura.
Disturbo istrionico di personalità
Il disturbo istrionico di personalità si caratterizza da comportamenti eccessivamente drammatizzati e teatrali e una costante ricerca di attenzione. Chi soffre di disturbo istrionico di personalità può provare sentimenti spiacevoli quando non si trova al centro dell’attenzione. Possono apparire spesso eccessivamente seduttivi e compiacenti verso l’interlocutore. In ambito clinico possono manifestare comportamenti ripetuti verso il medico come: portare regali, essere lusinghieri, esagerare sintomi fisici e psichici dandone descrizioni drammatiche.
Possono manifestare comportamenti sessuali inappropriati e provocatori, non solo con persone con cui hanno relazioni stabili, ma in generale con tutte le persone che incontrano. Spesso inoltre utilizzano il proprio aspetto fisico per attirare l’attenzione su di sé. L’eloquio è eccessivamente emotivo ma povero di dettagli. L’espressione delle emozioni è spesso eccessiva e fuori luogo (French et al., 2021).
Il disturbo di personalità antisociale è caratterizzato da comportamenti ripetuti di violazione delle regole e dei diritti degli altri esseri umani. Il disturbo può manifestarsi già in età infantile ma si sviluppa nella prima adolescenza fino all’età adulta. In genere, per convenzione, la diagnosi di disturbo di personalità antisociale può essere fatta solamente al compimento del diciottesimo anno di vita. I comportamenti specifici di chi soffre di questo disturbo sono categorizzabili in 4 aree:
• aggressione a persone o animali
• distruzione di proprietà
• frode o furto
• gravi violazioni di regole
Il disturbo di personalità antisociale porta le persone a violare sistematicamente le regole di convivenza sociale e le leggi. Spesso vengono arrestati per aver distrutto proprietà, aver aggredito persone, derubato o svolto attività lavorative illegali. Le persone con disturbo antisociale sembrano insensibili ai bisogni, ai diritti e ai beni delle altre persone.
Le decisioni che prendono spesso non tengono conto delle conseguenze negative per sé e per gli altri. Le persone con disturbo antisociale sono spesso arrabbiate e facilmente si scontrano fisicamente con altri, commettono atti pericolosi per sé e per gli altri (ad es. andare forte in macchina) e sono soliti utilizzare sostanze da abuso (come alcol o droghe). Tendono infine a mostrare bassi livelli di rimorso per le colpe che hanno commesso (Raine, 2018).
Disturbi di personalità di Cluster B
Nel cluster C sono raggruppati i disturbi di personalità evitante, dipendente, ossessivo-compulsivo. La caratteristica principale di questi disturbi è l’insicurezza personale che si manifesta con ansia e timore nelle situazioni sociali.
Disturbo di personalità evitante
Il disturbo di personalità evitante è caratterizzato da un costante stato di ansia e apprensione quando il soggetto si trova in contesti sociali. Chi soffre di questo disturbo può evitare lavori che lo portino a stare molto a contatto con le persone, per paura del rifiuto, della disapprovazione e della critica. Spesso queste persone faticano a trovare nuovi amici, almeno fino a quando non sono sicuri che l’altra persona li accoglierà.
Faticano a costruire relazioni intime con altre persone e possono essere inibiti nell’atto sessuale. Sono molto sensibili alle critiche e possono sentirsi eccessivamente colpiti da un commento negativo. Chi soffre di disturbo di personalità evitante ritiene che alle altre persone non interessi quello che hanno da dire e appaiono quindi silenziosi e poco partecipanti nelle discussioni. Spesso sono dominati da sensazioni di inadeguatezza e bassa autostima. Infine tendono a selezionare pochi contesti di vita, riducendo luoghi, situazioni e nuove conoscenze, per la paura di vivere sentimenti di imbarazzo e inadeguatezza (Weinbrecht et al., 2016).
Disturbo dipendente di personalità
La caratteristica principale di chi soffre di un disturbo di personalità dipendente è l’eccessiva richiesta di accudimento e bisogno di cure verso i caregiver o verso persone con cui ha una relazione stretta. Chi soffre di questo disturbo trova molto difficile prendere decisioni nella vita quotidiana, richiedendo spesso rassicurazioni e consigli da parte di altri. Chi soffre di disturbo dipendente di personalità tenderà a farsi influenzare da genitori e famigliari sul tipo di lavoro da svolgere, sul tipo di casa da abitare e persino quali persone frequentare.
A causa del bisogno patologico di approvazione le persone con disturbo dipendente di personalità tendono a faticare nell’esprimere le loro opinioni, soprattutto se in disaccordo con quelle altrui. In genere faticano ad iniziare un’attività da soli e preferiscono che qualcuno la compia prima, o con loro. Non sono convinti di poter vivere in modo autonomo e tendono ad adeguarsi alle aspettative altrui, magari accettando compiti o mansioni poco gradevoli, con il solo fine di essere accettati e non essere lasciati da soli. Quando una relazione intima termina, chi soffre di disturbo di personalità dipendente, tende a ricercare immediatamente una relazione sostitutiva che possa offrire ciò di cui sente di avere bisogno (Disney., 2013).
Disturbo di personalità ossessivo compulsivo
Il disturbo di personalità ossessivo compulsivo è caratterizzato da un pattern pervasivo di preoccupazioni relative all’ordine, al perfezionismo, al controllo di sè e delle relazioni interpersonali. Questa rigidità determina problematiche nella flessibilità (come affrontare novità o imprevisti) e genera un peggioramento nella qualità della vita.
Chi soffre di questo disturbo cerca di mantenere un controllo attraverso il rigido rispetto di regole, procedure, liste e programmazioni minuziose. Tendono a prestare un’eccessiva attenzione al dettaglio, tanto che possono non portare mai a termine un compito complesso per l’eccessiva attenzione (e tempo) dedicata a particolari non significativi.
Gli individui con disturbo di personalità ossessivo-compulsivo possono apparire eccessivamente coscienziosi, scrupolosi e inflessibili in ambito morale, etico e valoriale. Tendono a forzare se stessi e gli altri a seguire rigidi principi morali e a mantenere alti livelli di performance (Marincowitz et al, 2021).
Diagnosi di disturbo di personalità
La diagnosi di disturbo di personalità prevede l’analisi e la valutazione da parte del clinico di pattern di funzionamento che durano da tempo. I disturbi di personalità non vanno infatti confusi da caratteristiche della personalità che emergono solamente in alcuni particolari momenti di vita (ad esempio in situazioni di forte stress). Il tratto deve essere quindi stabile e pervasivo.
La diagnosi di disturbo di personalità prevede una valutazione delle caratteristiche della persona nel lungo periodo. In particolare l’attenzione è posta nel periodo che va dalla fine dell’adolescenza alla prima età adulta. Il clinico, nella diagnosi, valuta la stabilità dei tratti di personalità nel corso del tempo e in situazioni differenti. Per questo, nonostante sia possibile attraverso un unico colloquio poter definire una diagnosi di disturbo di personalità, in genere l’iter diagnostico è più lungo.
Test diagnostici per disturbi di personalità
La valutazione della personalità può inoltre essere fatta attraverso numerosi test psicometrici che servono al clinico per orientare la propria diagnosi e poter quindi avere una visione più ampia del funzionamento del paziente. Tra gli strumenti principali per l’analisi della personalità troviamo:
- Millon Clinical Multiaxial Inventory (MCMI-III)
- Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI)
- SCID-5
Tra i test proiettivi più famosi troviamo inoltre:
- Test di Rorschach
- Thematic Apperception Test (TAT)
Cura dei disturbi di personalità
La cura dei disturbi di personalità prevede in genere un percorso integrato che unisca psicofarmacologia, psicoterapia e riabilitazione. Il ricorso alla terapia farmacologica infatti può risultare necessario per la gestione di sintomi o di disturbi psichiatrici in comorbilità come i disturbi d’ansia e i disturbi dell’umore.
I trattamenti non farmacologici prevedono, in genere, percorsi di psicoterapia e riabilitazione. Tra i trattamenti più studiati e applicati per la cura dei disturbi di personalità troviamo:
- Dialectial Behavior Therapy (DBT), terapia ad orientamento cognitivo-comportamentale di terza generazione (O’Connel et al., 2013);
- Mentalization-based Treatment (MBT), trattamento che integra aspetti psicodinamici, cognitivo-comportamentali e sistemici (Volkert et al., 2019);
- Schema Therapy (ST), approccio psicoterapeutico che unisce esercizi immaginativi a strategie relazionali, all’interno di una cornice di riferimento integrata ad orientamento cognitivo-comportamentale (Dadomo et al., 2018).
- Terapia metacognitiva interpersonale (TMI), terapia cognitiva focalizzata sulla metacognizione (Nordahl & Wells, 2019).
Per maggiori informazioni sui percorsi ambulatoriali per la cura dei disturbi di personalità è possibile richiedere informazioni presso il nostro poliambulatorio
Bibliografia
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