INSONNIA E DISTURBI DEL SONNO

La menopausa rappresenta una fase fisiologica significativa nella vita di una donna, segnando il termine dell’età fertile e accompagnandosi a una serie di cambiamenti ormonali che influenzano vari aspetti della salute e del benessere. Tra questi, i disturbi del sonno assumono una rilevanza particolare, poiché possono incidere profondamente sulla qualità della vita.

Con l’arrivo della menopausa, molte donne si trovano a fare i conti con notti insonni, risvegli frequenti o difficoltà a riaddormentarsi, situazioni che disturbano il normale ciclo del sonno e portano a conseguenze giorno dopo giorno. In questo articolo approfondiremo come la menopausa possa essere collegata ai disturbi del sonno e ai disturbi dell’umore e quali sono le strategie terapeutiche per affrontare queste problematiche. A parlarcene la dott.ssa Francesca Zurlini, medico psichiatra e sessuologa.

I disturbi del sonno sono frequenti nella menopausa

La menopausa è quella fase della vita di una donna che segna la fine dei cicli mestruali e si caratterizza per l’arresto della funzione ovarica. Questo processo, di solito, si verifica tra i 45 e i 55 anni, ma l’età può variare a seconda di fattori individuali.

La menopausa non arriva all’improvviso; è preceduta dal cosiddetto climaterio, un periodo di transizione durante il quale si iniziano a manifestare alterazioni nel ciclo mestruale e sintomi vari, tra cui disturbi del sonno e non infrequenti sintomi depressivi.

Disturbi del sonno e menopausa

Tra i sintomi più disturbanti della menopausa, i disturbi del sonno si presentano con una frequenza e intensità tali da non poter essere ignorati. Il tipo di problematica legata al sonno può variare:

  • alcune donne possono sperimentare difficoltà a prendere sonno (insonnia iniziale),
  • altre si svegliano più volte durante la notte (insonnia di mantenimento),
  • altre ancora si risvegliano troppo presto al mattino, senza riuscire più a riaddormentarsi (insonnia terminale).

Conseguenze della menopausa sul sonno

La transizione menopausale segna un aumento significativo della prevalenza dell’insonnia, con tassi che vanno dal 39% al 47% tra le donne in menopausa, ben al di sopra del 15% osservato nella popolazione generale adulta, come rilevato da Kravitz HM et al. (2003).

Un elemento chiave in questa fase è la riduzione degli estrogeni, che influenzano la termoregolazione, spesso risultando in vampate di calore e sudorazioni notturne che interrompono il sonno (Canadian Longitudinal Study on Aging., 2019).

Allo stesso modo aumenta il rischio di apnee notturne,con conseguente degrado del riposo notturno, dovuto alle variazioni nel tono muscolare e nella distribuzione del grasso corporeo durante questo periodo della vita delle donne (Zolfaghari S, et al.).

Disturbi del sonno e problematiche mediche

Queste alterazioni del riposo notturno non sono solo fastidiose, ma possono influenzare la salute generale. La privazione cronica del sonno si associa infatti a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, aggravamento dei livelli di lipidemia e ipertensione.

Problemi cronici nel riposo notturno possono esacerbare il rischio di sviluppare obesità, o diabete di tipo 2, a causa del cambiamento nel metabolismo glucidico e nella omeostasi energetica (Silvestri R, et al. 2019).

Disturbi del sonno e depressione in menopausa

I disturbi del sonno possono inoltre avere un impatto significativo anche sulla salute psichica, determinando labilità emotiva e fluttuazioni del tono dell’umore. La diminuzione degli estrogeni è infatti non solo associata a problemi di sonno ma anche ad altri sintomi come sbalzi di umore, irritabilità e difficoltà di concentrazione (Morssinkhof et al., 2020).

Non di rado questi possono portare importanti flessioni croniche dell’umore che si configurano come veri e propri stati depressivi. La depressione, in particolare, può essere sia una causa che una conseguenza dell’insonnia, creando un circolo vizioso che influisce negativamente sulle funzioni cognitive, emotive e relazionali (Caretto M, et al 2019).

Oltre ad aspetti di natura ormonale si aggiungono anche fattori di natura psicologica. La menopausa può essere vissuta con un “senso di perdita” legato alla fine della fertilità, che diventa un momento delicato, per qualcuna critico, che può favorire stati depressivi.

Infine, la bidirezionalità tra disturbi del sonno e depressione vede nelle donne in menopausa soggetti potenzialmente fragili, una cui precoce valutazione medico-psichiatrica può migliorare significativamente le condizioni di salute. La pratica clinica ha infatti mostrato che l’intervento tempestivo su disturbi del sonno può avere effetti benefici anche sui sintomi depressivi (Caruso D et al., 2019).

Cura e trattamento per disturbi del sonno in menopausa

I disturbi del sonno durante la menopausa rappresentano quindi un aspetto critico del benessere della donna, che merita un’attenzione particolare da un punto di vista terapeutico.

Consigli pratici per migliorare la qualità del sonno

L’adozione di un’adeguata igiene del sonno è il primo passo nella gestione dei disturbi del sonno correlati alla menopausa. Alcune pratiche includono:

  • Stabilire un orario regolare per andare a letto e svegliarsi.
  • Creare un ambiente di sonno confortevole: buio, silenzioso e fresco.
  • Limitare l’uso di dispositivi elettronici prima di dormire.
  • Praticare forme di rilassamento attraverso tecniche come il controllo del respiro, la meditazione mindfulness, il rilassamento muscolare progressivo o lo yoga.

Trattamenti farmacologici per disturbi del sonno in menopausa

La gestione farmacologica dei disturbi del sonno in menopausa include diversi tipi di farmaci, ognuno con specifici meccanismi d’azione. La selezione del trattamento più adeguato deve essere personalizzata e seguire un’attenta valutazione medica.

Di seguito alcuni dei principali trattamenti farmacologici attualmente considerati per i disturbi del sonno in menopausa:

Antidepressivi

Alcuni antidepressivi, specialmente quelli della classe degli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) e SNRI (inibitori della ricaptazione di serotonina e noradrenalina), possono essere utili per migliorare il sonno e ridurre i sintomi depressivi.

Gli antidepressivi a basso dosaggio, come il trazodone o la mirtazapina, possono anch’essi essere prescritti per le loro proprietà sedative, migliorando così la qualità del sonno.

Modulatori Ormonali

La terapia sostitutiva ormonale (HRT) può essere utile per trattare i sintomi menopausali e migliorare il sonno. Tuttavia, va prescritta con cautela considerando i possibili rischi associati al suo utilizzo a lungo termine.

Agonisti del Recettore GABA-BZD

Benzodiazepine (ad esempio, lorazepam, alprazolam) e non-benzodiazepine (come zolpidem, zopiclone) agiscono sul sistema GABAergico e sono efficaci nel trattamento di breve durata dell’insonnia. Presentano però rischi di dipendenza e tolleranza, oltre alla possibilità di effetti residui diurni (come sonnolenza diurna).

Agonisti della Melatonina

La melatonina e gli agonisti del recettore della melatonina (come ramelteon o tasimelteon) possono essere utilizzati per regolare i ritmi circadiani e migliorare l’insorgenza e la durata del sonno. In base ai dati concordi della letteratura scientifica va utilizzata la melatonina farmaco a rilascio prolungato.

Antistaminici

Gli antistaminici sedativi, come la doxilamina o la difenidramina, possono essere opzioni per il trattamento sintomatico a breve termine dell’insonnia; l’uso prolungato è sconsigliato a causa degli effetti anticolinergici e della possibile riduzione della qualità del sonno.

Prima di avviare qualsiasi trattamento farmacologico, è essenziale che le pazienti discutano con il proprio medico le opzioni disponibili, inclusi effetti collaterali, interazioni e controindicazioni, per individuare la soluzione più adatta al proprio caso.

Un piano di trattamento corretto, oltre ai farmaci, prevede l’utilizzo di interventi comportamentali e modifiche dello stile di vita per massimizzare l’efficacia nel lungo termine.

Trattamenti non farmacologici

La Terapia Cognitivo-Comportamentale per l’Insonnia (CBT-I), in base alle linee guida internazionali, rappresenta la prima indicazione di trattamento per l’insonnia. La CBT-I mira a cambiare le abitudini di sonno e i pattern di pensiero che perpetuano le difficoltà legate al sonno.

La terapia si compone di varie componenti, tra cui l’educazione all’igiene del sonno, le tecniche di rilassamento, la ristrutturazione cognitiva, la restrizione del sonno e il controllo degli stimoli. L’obiettivo finale è quello di promuovere abitudini salutari e una migliore interpretazione e gestione dei pensieri e dei comportamenti associati al sonno (Alimorandi et al., 2022).

Per problemi di sonno, contattaci

Per coloro che soffrono di problemi di sonno, trovare un supporto rapido e immediato è molto importante. Per coloro che ne avessero la necessità è possibile leggere questo nostro articolo con alcune strategie comportamentali da attuare per migliorare la qualità del sonno.

Qualora la problematica richiedesse l’intervento di uno specialista è possibile contattare direttamente il nostro poliambulatorio per una visita specialistica, andando sulla pagina contattaci del poliambulatorio

Bibliografia

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Autori

dott.ssa Francesca Zurlini and dott. Paolo Artoni: Paolo Artoni è Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica presso l'Ospedale Maria Luigia