LA CURA DEL BINGE EATING DISORDER ALL’OSPEDALE MARIA LUIGIA

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Ancora una volta in Emilia Romagna la salute e la sanità viaggiano sotto il segno dell’eccellenza, come per l’Ospedale Maria Luigia. Ospedale privato accreditato, a Monticelli Terme, in provincia di Parma, è noto per una vocazione specialistica e riabilitativa orientata a percorsi di trattamento differenziati, da individuo a individuo, da caso a caso. Tra i diversi ambulatori, tutti dagli alti standard di appropriatezza, va menzionato quello per l’obesità. Tra le sue diverse forme, l’attenzione corre soprattutto a quella riconducibile ai cosiddetti disturbi della nustrizione e dell’alimentazione vale a dire a uno specifico quadro nosografico riconosciuto come disturbo da alimentazione incontrollata o “binge eating disorder”.

Articolo apparso sul Sole 24 ore

Il binge eating disorder

A spiegare meglio di cosa sia il disturbo dell’immagine corporea è il direttore sanitario Giuliano Turrini: “Le persone affette da binge eating disorder rappresentano un sottogruppo del tutto particolare tra gli individui sovrappeso. Si distinguendono per caratteristiche come obesità media più grave e a esordio più precoce, più frequente ricorso a diete ipocaloriche, indici più elevati di psicopatologia quali possono essere depressione, abuso di sostanze, disturbi d’ansia e disturbo dell’immagine corporea”. È un terreno che vede in prima linea l’impegno, la ricerca, i risultati dell’Ospedale Maria Luigia. “Il centro per il trattamento dei disturbi dell’alimentazione, spiega il professor Turrini, dopo oltre 20 anni di esperienza maturata nel trattamento ospedaliero dei disturbi dell’alimentazione, propone uno specifico percorso ambulatoriale per il trattamento dell’obesità in corso di binge eating disorder”.

La cura del binge eating disorder

Come sempre all’opera è un’equipe di professionisti esperti nel trattamento dei Dca, che ha messo a punto con programma ambulatoriale di trattamento mirato, con interventi di rieducazione nutrizionale, promozione di uno stile di vita “attivo”, approccio psicoterapeutico. Lo scopo è quello di definire un percorso specifico per la cura del binge eating disorder.

Rieducazione nutrizionale

“La rieducazione nutrizionale si propone di ottenere un calo ponderale di almeno il 10 per cento”, prosegue Fulvio Arnone, responsabile del programma, “con significativa riduzione della massa grassa e mantenimento di quella magra. La ricostruzione di schemi e di abitudini alimentari più corrette e funzionali, sia in termini di apporto calorico che di stile alimentare, viene realizzata nel rispetto dei principi della dieta mediterranea e secondo le logiche dell’educazione alimentare”.

Promuovere uno stile di vita attivo

Detto in breve, la promozione di uno stile di vita attivo intende incoraggiare l’adozione di abitudini più salutari e, al contempo, riattivare le strutture muscolari ipotoniche e ipotrofiche, recuperare la mobilità articolare, migliorare le performance cardiovascolari e respiratorie, favorire il dispendio energetico e ridurre la massa grassa a beneficiodi quella magra. L’attività fisica proposta all’interno del programma si svolge nella piscina termale delle Terme di Monticelli e presso la palestra dell’Ospedale.

Lavorare sul benessere psicologico

Non meno importante l’approccio psicologico. “Viene attuato secondo i recenti sviluppi della psicoterapia cognitivo-comportamentale, in particolare un approccio psicoterapico chiamato ACT (Acceptance and Commitment Therapy) che utilizza tra i vari strumenti anche la mindfulness. L’intervento psicologico si propone di fornire strumenti efficaci per la gestione e il controllo dell’impulsività, delle emozioni, dello stress, dell’ansia e della depressione, con particolare riguardo all’empowerment delle abilità relazioni interpersonali, riconosciute oggi dalla letteratura internazionale come fattore significativo di benessere”, precisa il dottor Arnone.

Miglioramento nella relazione con se stessi e con il cibo

A completare il percorso di cura converge il miglioramento del rapporto con il proprio corpo. Miglioramento inteso sia nei termini di recupero di confidenza con la propria fisicità che di ristrutturazione dell’immagine corporea. Nello specifico, tra gli interventi proposti di particolare importanza è il pasto assistito, in quanto consente di sperimentare immediatamente, grazie alla supervisione del personale specializzato, le strategie proposte per l’acquisizione di nuove abilità di consapevolezza e di rieducazione alimentare.

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